Caprarica di Lecce

Il Crocifisso

La Cappella del Crocifisso venne costruita dal e per il marchese Fabiano Giustiniani e la sua famiglia.

Per iniziare a parlare di essa, bisogna però partire dalle radici della sua storia, dato che le varie edificazioni sul territorio caprarese risalgono a molti secoli fa.
La chiesetta era inizialmente proprietà dei marchesi Giustiniani.
Successivamente una ricca famiglia fece la sua comparsa, una famiglia stabilitasi a Lecce e che possedeva vastissime terre, fra cui anche alcune capraresi: i Tresca.

Fu però Don Paolo Greco a comprare tutti i terreni dei Tresca situati nel feudo di Caprarica, compresa la Cappella del Crocifisso: la ristrutturò e avviò una serie di lavori di manutenzione che resero la Cappella quella che è ora.
Don Greco aveva tre figli (Pasquale, Domenica e Sofia), ma la chiesetta, per ereditarietà, passò solo a due di loro, poichè la morte dell'unico figlio maschio colpì la famiglia.

Essa è situata nella zona detta della “crucimuzza” e al suo interno è in uno stile che lascia pensare al barocco leccese, al contrario dei materiali utilizzati per costruire la parte esterna, che sono inequivocabilmete la pietra leccese e il carparo.

All'interno la chiesetta è caratterizzata da una pianta a croce latina con un’unica navata.
L’altare principale, separato dalla navata centrale da alcuni gradini, è sontuosamente decorato con foglie, frutti e angeli. In questi ultimi si nota in maniera lampante la tradizione barocca poiché hanno occhi e bocca socchiusi.
Alle spalle dell’altare si erge con imponenza un crocifisso di legno; sul lato sinistro vi è un altro altare dedicato a San Michele e sorretto da due colonne intagliate nella pietra leccese.

Una scaletta interna porta al campanile che si trova sul cospetto laterale destro.
Degno di nota è il Crocifisso in cartapesta, opera di uno scultore veneziano, restaurato intorno agli anni '40.

Esternamente la facciata principale è sovrastata da un imponente timpano, sfarzosamente decorato. Sui prospetti laterali sorgono due porticine che danno al transetto, scavalcate da un arco a tutto sesto che ha il compito di non far caricare il peso della costruzione sull’architrave.
Tra la parte laterale e la facciata principale vi sono ben due pilastri sovrapposti: quello superiore è in stile ionico, quello inferiore è in stile toscano

CURIOSITÁ:

  • pare che nel suolo sottostante ci sia una fossa cumulatoria, dove si seppellivano i morti sino a quando la legge non abolì la sepoltura nelle chiese.

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@ grafica di Ivan Sammartino - IWStudio